Tipi di produzione nella logistica industriale

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Tipi di produzione nella logistica industriale

In questo articolo parliamo dei tipi di produzione. Vediamo perché si tratta di un argomento molto interessante.

In questo contesto ci troviamo all’interno della logistica industriale ed andremo a vedere i cinque tipi di produzione.

La logistica industriale è composta da tre grandi fasi:

  • la fase di inbound: approvvigionamento lato fornitori
  • la fase della fabbrica: attività vera e propria di costruzione
  • la fase della distribuzione: il prodotto finito viene immesso sul mercato tramite la fase outbound e la logistica distributiva

Nella fase di fabbrica, possiamo avere 5 tipi di produzione che ovviamente influenzano sia la fase inbound che la fase di della distribuzione stessa.

Partendo dalla definizione di queste tre grandi fasi, andiamo a vedere come 5 tipi di produzione influenzano sia il lato inbound, sia le attività di fabbrica, e sia la logistica outbound, o logistica distributiva

Vediamo prima chi è che se inventato questi cinque tipi di produzione.

Innanzitutto dobbiamo dire che ci sono tante classificazioni dei tipi di produzione, però in questo articolo parliamo di una specifica, cioè quella di Johannes Casper (Hans) Wortmann  che è stato un informatico olandese, professore all’università di Groningen.

Nella sua attività di ricercatore ha fatto un’analisi delle aziende su base statistica ed ha realizzato la sua suddivisione.

Ha individuato due elementi molto interessanti: i volumi di produzione e l’estensione della gamma.

Su queste due elementi ha costruito la sua classificazione.

I volumi si intendono come la quantità di prodotto generato in fabbrica, mentre il numero di varianti può essere inteso come il numero di personalizzazioni che è possibile apportare ai prodotti per rispondere alle esigenze del cliente.

Una seconda analisi, si basa sul Customer Decoupling Point.

Possiamo definire il Customer Decoupling Point come il momento in cui la produzione passa da essere basata su statistiche degli anni/mesi precedenti  per fare considerazioni considerazioni sugli anni/mesi futuri ad essere basata, invece, sugli ordini dei clienti.

Nel primo caso, ad esempio, predispongo la produzione dell’anno 2024 sulla base di statistiche degli anni passati.

Nel secondo caso, invece, un bene viene prodotto solo quando arriva un ordine cliente.

Quindi, evidentemente, cambia completamente l’approccio alla produzione.

In ogni caso,  abbiamo sempre delle fasi che guidano la produzione:

  • fase del design
  • fase della progettazione
  • fase della fabbricazione
  • fase dell’assemblaggio
  • fase del test
  • fase del controllo
  • fase della consegna finale

In queste fasi esistono alcune molto più importanti di altre, almeno secondo la classificazione di Wortmann.

Queste fasi sono sicuramente quelle del design, dell’acquisto, del fare cioè fabbricare o dell’assemblare, e della spedizione.

Proprio su questo tracciato, dalla prototipazione (design) fino allo shipping (spedizione), Wortmann va a costruire la sua classificazione.

Praticamente dice ci sono alcuni tipi di produzione che bene o male ecco hanno tutte le fasi alcune.

Altre che ne hanno invece pochissime, ad esempio solamente assemblaggio e spedizione e questo è un prima considerazione.

Quindi abbiamo questa classificazione, in base al quale le aziende si dividono tra quelle che hanno tutte le fasi, da quelle che ne hanno solo alcune, ed il secondo concetto si basa sulla modalità di previsione, se lavorano su ordine cliente, oppure su statistiche.

Quindi, Wortmann crea 5 aggregazioni:

  • E.T.O. – Engineer To Order
  • P.T.O. – Purchase To Order
  • M.T.O. – Make To Order
  • A.T.O. – Assembly To Order
  • M.T.S. – Make to stock

E.T.O. – Engineer To Order

La prima classificazione, ETO significa produzione su commessa, che vuol dire Engineering To Order. Cioè il processo parte dalla prototipazione fino alla spedizione. In questo caso, il prodotto viene fabbricato solo dopo che viene ricevuto l’ordine. Quindi solo al momento dell’ordine si attivano le operazioni di ingegnerizzazione, di progettazione, quindi i tempi di realizzazione di questi manufatti chiaramente sono molto lunghi.

In questa classificazione si riconoscono i tipici elementi delle commesse singole, generalmente di elevato valore unitario: ad esempio una villetta, una diga in Mozambico, un vestito personalizzato. Si tratta per lo più di oggetti pressoché unici. Quindi questi sono i casi in cui si parla di commesse, anche se noi in Italia usiamo il termine commessa in termini più generici. In verità se parliamo di commessa, si tratta di oggetti unici, quindi ad alto valore unitario proprio perché c’è anche la fase di progettazione che incide molto sul costo.

P.T.O. – Purchase To Order

Il secondo tipo, invece si chiama PTO, cioè Purchase To Order. In questo tipologia, si produce solo su ordine cliente anche in questo caso.

In questa tipologia, siamo soprattutto nel mondo del lusso. E’ utilizzato nei mercati con grandi variabilità di prodotti in cui le materie prime costano molto.

Quindi il loro mantenimento in scorta è poco sostenibile per l’azienda e l’acquisto su previsione di tali materie prime rappresenta un rischio troppo elevato.

Prendiamo l’esempio di un cellulare vertu. Quindi, in questa tipologia,  prendo gli ordini poi acquisto le materie prime. Quindi in questo tipo di produzione di lusso, meno compiamo in previsione e più compriamo su misura meglio è.

Meno materie prime rimangono dopo la produzione è meglio è. Chiaramente in questo caso essendo materie prime costose, è anche opportuno che gli oggetti finiti non siano a magazzino ma che vadano direttamente al cliente o abbiano chiaramente una distribuzione molto breve.

M.T.O. – Make To Order

Il terzo tipo si chiama M.T.O. – Make To Order. Anche qua fabbrichiamo dopo che abbiamo ricevuto l’ordine, ma le attività di progettazione, ingegnerizzazione, possono essere anticipate rispetto al momento dell’acquisizione dell’ordine. Si tratta di prodotti un po’ più standard.

Mentre passiamo da PTO (su commessa) a Make to Order aumentano i volumi, quindi siamo un po’ più nel mondo del lusso, quindi decine centinaia migliaia di prodotti come ordine possiamo arrivare anche tranquillamente a 10.000 pezzi, ad esempio in  Ferrari.

Ad esempio l’automotive di lusso, come la Ferrari, in generale la costruzione di aeroplani. Questi sono tutte aziende che si muovono nel MTO.  Fabbricano su disegno del cliente, però qualche cosa, qualche sottogruppo si può già anticipare in progettazione.

In questo caso, aumentano i volumi di produzione. Dall’altra parte cosa succede: i prodotti diventano sempre più standard.

Ricapitolando: nel caso dell’ordine su commessa si tratta di oggetti unici, nel caso del PTO si tratta principalmente di oggetti di lusso che il cliente potrebbe anche personalizzare. Mentre nel caso della MTO, sicuramente c’è una parte di progettazione e personalizzazione, ma man mano che i volumi aumentano, la produzione diventa più standardizzata.

A.T.O. – Assembly To Order

Il quarto tipo è la produzione su assemblaggio, che si chiama A.T.O. cioè Assembly To Order.

In questo caso, il prodotto si assembla quando si ha l’ordine, ma le parti componenti sono già state fabbricate. Quindi in questo caso a magazzino abbiamo già produzione su previsioni di sottogruppi standard, oppure successiva personalizzazione del prodotto finale in fase di assemblaggio, quindi noi dobbiamo avere i prodotti già pronti e magazzino.

Quando arriva l’ordine del cliente, si tratta solo di mettere su un banco ed assemblare i componenti.

In questa tipologia, i volumi sono molto più elevati. Essendo elementi standard già presenti in magazzino, la personalizzazione consiste solo nell’assemblaggio, cioè nel combinare gli elementi.

E qui la velocità di produzione comincia a prendere un po’ il sopravvento rispetto che alla progettazione, perché ci stiamo avvicinando sempre più al modello che ha sempre meno progettazione. La velocità nell’acquisizione dell’ordine, nella fabbricazione e nella consegna diventa molto importante.

M.T.S. – Make to stock

L’ultimo tipo che invece cambia, secondo Wortmann, è la modalità di costruzione dell’oggetto.

MTS cioè produrre per il magazzino , Make To Stock, produrre per la scorta.

Qui siamo nel campo della produzione su previsione, basata su statistiche di vendita, quindi nella produzione per magazzino. Cambia proprio il paradigma perché qua vengono fabbricati articoli standard in grandissimi volumi, anche milioni di pezzi e quindi questi prodotti essendo anche standard devono essere in milioni di pezzi. Si possono indicare con il termine a limitata complicanza, e quindi questo vuol dire che sono beni di valore unitario non troppo elevato, ad esempio nell’alimentare fino a 50 euro, oppure nel campo dell’elettronica fino a 300 euro. In questo caso lo sbocco di mercato è solitamente vasto.

Riepilogo dei tipi di produzione

Quindi se dovessimo riepilogare  i cinque tipi di produzione, possiamo dire in maniera informale che nella produzione su commessa si tratta di oggetti unici e l’approvvigionamento si fa dopo la progettazione. La distribuzione viene di solito sul posto. Ad esempio, viene costruita una villetta, oppure se si tratta di oggetto unico, la consegna solitamente è sul posto. Quindi qui la distribuzione si dice che è diretta.

Nel caso del PTO è molto simile il meccanismo nell’ordine. Avendo volumi di vendita leggermente più importanti, magari c’è una distribuzione. Ad esempio, la distribuzione potrebbe essere indiretta “breve”, magari con un intermediario, basti pensare ad una Ferrari che può essere acquistata direttamente nello stabilimento, oppure tramite concessionarie, magari in un paese di riferimento.

Più andiamo avanti nei tipi di classificazione, aumentando i volumi di vendita, più sicuramente la distribuzione diventa diffusa e lo sbocco di mercato diventa vasto e capillare. Quindi in questi casi abbiamo bisogno di altre dinamiche nella fase distributiva e cioè è necessario avere tantissimi centri distributivi, tantissimi punti vendita e così via.

Caratteristiche logistica nei 5 tipi di produzione

Nella produzione su commessa, il logistico è molto tecnico, molto pianificatore e molto attento alla cronologia di costruzione dell’oggetto. Ci sono  tempi molto lunghi ma sicuramente è uno molto esperto anche del settore nella produzione.

Nel caso di produzione di tipo PTO, il logistico è sicuramente anche qui abbastanza tecnico, in quanto la precisione conta. Qui la variante è la personalizzazione, quindi il cliente vuole assolutamente che il suo prodotto sia fatto in una maniera curata e secondo le sue esigenze.

Man mano che andiamo avanti, passando dalla produzione su assemblaggio per arrivare alla produzione make to stock, aumentano i volumi.

Quindi, come abbiamo già accennato, la velocità prende il sopravvento. In questo caso, il logistico deve operare molto sulla precisione perché devo combinare sotto gruppi o componenti, che devono essere quelli richiesti dal cliente, ma è importante anche consegnare in tempo. Quindi  l’assemblaggio deve avviarsi il prima possibile per effettuare la consegna in tempi brevi.

Nel caso di produzione per il magazzino, il logistico è molto attento alla velocità, ovviamente, di consegna. La distribuzione è capillare e guarda soprattutto la qualità dell’imballo perché non è in grado, con altissimi volumi, di controllare il contenuto di quello che parte.

Conclusione

Chiudiamo con un’ultima precisazione.

Attenzione perché un’azienda può lavorare con più tipi di produzione, ad esempio l’azienda produce motori: alcuni sono standard quindi un po’ più produzione sull’assemblaggio, mentre altri sono personalizzati su richiesta del cliente, quindi un po’ più sulla MTO. In questo secondo caso aspetto  le specifiche del cliente. Ma l’azienda potrebbe anche avere la commessa di produrre un motore eccezionale che è unico nel mondo, magari si monta su un impianto che mai più si rifarà nella vita di quella azienda.

Quando si entra in azienda bisogna focalizzarsi su qual è il tipo di produzione principale, ma ricordandosi anche che ci potrebbero essere altri tipi di produzione.

Spero che l’articolo vi possa essere stato utile, vi lascio anche il link al video sul canale Youtube di Davide Lega da dove è stato preso spunto per scrivere questo articolo.

Se sei interessato a pubblicizzare la tua azienda in questo articolo, contattaci per avere maggiori informazioni.

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Francesco

Ingegnere informatico, Consulente logistico e co-founder di Gazzetta Logistica. Mi occupo di Logistica dal 2012. Da alcuni anni lavoriamo alla realizzazione del software gestionale SWEET per la gestione del magazzino e dei trasporti, il quale sta riscontrando un buon successo nelle varie installazioni.

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